

Archip Ivanovič Kuindži
RU
85
Opere
1841 - 1910
Periodo di attività
Biografia dell'Artista
Archip Ivanovič Kuindži (1841–1910) è stato un celebre pittore paesaggista russo di origine greca, rinomato per la sua magistrale rappresentazione della luce e le sue innovative tecniche artistiche. Nato a Mariupol', allora parte dell'Impero Russo (oggi Ucraina), in una povera famiglia di un calzolaio greco pontico, Kuindži rimase orfano all'età di sei anni. Questa precoce difficoltà lo costrinse a svolgere vari lavori, dal lavorare in un cantiere edile di una chiesa al pascolare animali. La sua educazione rudimentale provenne da un amico di famiglia greco e da una scuola locale. Una nascente passione per l'arte lo portò, intorno al 1855, a Feodosia per cercare la guida del famoso pittore di marine Ivan Ajvazovskij. Tuttavia, il suo tempo lì fu in gran parte speso a mescolare i colori, e imparò principalmente da Adol'f Fessler, allievo di Ajvazovskij. Nonostante ciò, l'uso drammatico della luce e della forma da parte di Ajvazovskij avrebbe lasciato un'impressione duratura sul giovane artista.
Dopo aver lavorato come ritoccatore in uno studio fotografico a Taganrog dal 1860 al 1865, Kuindži si trasferì a San Pietroburgo. Proseguì i suoi studi artistici in gran parte autonomamente, iscrivendosi infine come uditore all'Accademia Imperiale delle Arti nel 1868, diventandone membro a pieno titolo nel 1893. Durante questo periodo, Kuindži si associò ai Peredvižniki (Gli Ambulanti), un gruppo di artisti realisti che si ribellarono ai vincoli accademici per creare un'arte che fosse sia russa nello spirito che accessibile alla gente comune. Le sue prime opere, come "Sull'isola di Valaam" (1872), che fu il primo dei suoi dipinti acquisito da Pavel Tret'jakov per la sua galleria, e "La neve" (1873), che vinse una medaglia di bronzo a Londra, riflettevano le preoccupazioni sociali e l'approccio realista dei Peredvižniki, sebbene il suo stile unico stesse già iniziando ad emergere.
A metà degli anni '70 del XIX secolo si verificò una significativa evoluzione nell'arte di Kuindži, poiché iniziò a concentrarsi intensamente sulla cattura degli aspetti più espressivi e drammatici della luce naturale. Impiegò tecniche compositive innovative, come orizzonti alti, per creare viste panoramiche mozzafiato. Il suo uso di colori intensi, spesso contrastanti, e la sua sperimentazione con i pigmenti – posiblemente influenzata dalla sua amicizia con il rinomato chimico Dmitrij Mendeleev – gli permisero di ottenere un'illusione di illuminazione quasi magica. Capolavori di questo periodo, tra cui "Sera in Ucraina" (1876), "Boschetto di betulle" (1879), "Dopo un temporale" (1879) e l'iconica "Notte di luna sul Dnepr" (1880), affascinarono il pubblico. Queste opere mostrarono la sua capacità di trasmettere la sublime bellezza della natura, in particolare le qualità effimere della luce lunare, della luce solare e del crepuscolo, con un'intensità senza pari.
Le mostre personali di Kuindži tra il 1880 e il 1882 furono eventi rivoluzionari. Espose notoriamente "Notte di luna sul Dnepr" in una stanza buia, con un'unica fonte di luce focalizzata che illuminava la tela, esaltandone il bagliore mistico e creando una sensazionale risposta del pubblico. Questa presentazione innovativa, unita alla brillantezza intrinseca del dipinto, attirò folle senza precedenti. Tuttavia, all'apice della sua fama nel 1882, Kuindži si ritirò misteriosamente dalle mostre pubbliche, entrando in un "periodo di silenzio" che durò quasi due decenni. Nonostante questa reclusione, continuò a dipingere privatamente e a dedicarsi all'insegnamento. Divenne professore all'Accademia delle Arti di San Pietroburgo nel 1892 e diresse il suo laboratorio di paesaggio dal 1894, influenzando una generazione di artisti tra cui Nikolaj Rerich e Arkadij Rylov, prima di essere licenziato nel 1897 per aver sostenuto le proteste studentesche.
Nei suoi ultimi anni, Kuindži continuò i suoi esperimenti artistici, con opere come "Aj-Petri. Crimea" (anni '90 del XIX secolo) e "Tramonto rosso sul Dnepr" (1905-1908) che dimostrano la sua duratura fascinazione per la luce e il colore drammatici. Sebbene vivesse modestamente con sua moglie, Vera Leont'evna Kečedži-Šapovalova, Kuindži era diventato un uomo ricco, in parte grazie ad astute operazioni immobiliari. Fu un generoso filantropo, sostenendo studenti bisognosi e sostenendo riforme artistiche. Nel 1909, promosse la creazione della Società degli Artisti (in seguito denominata Società Kuindži), alla quale lasciò in eredità tutta la sua fortuna, le sue opere d'arte rimanenti e la sua tenuta in Crimea, assicurando un'eredità duratura di sostegno all'arte russa. Kuindži morì nel 1910 a San Pietroburgo, lasciando un corpus di opere che continua ad essere celebrato per la sua visione unica, l'innovazione tecnica e il profondo impatto emotivo. La sua arte, che riflette la sua diversa eredità (greca, tartara, ucraina e russa), rimane una parte significativa del patrimonio culturale mondiale, una testimonianza del potere della luce e del paesaggio.